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Le illustrazioni di questa storia le potete trovare alla pagina: La chiave d'oro

From: Eugeal (eugeal@iol.it)
Subject: [Racconto] [Quasi IT] La Chiave d'oro
Newsgroups: it.fan.startrek
Date: 2001-04-25 06:37:48 PST

Questo è il testo di una favola x bambini che dovrò illustrare x scuola.
La parte iniziale (fino all'apertura della cassetta) è ispirato all'omonima favola breve dei fratelli Grimm, il resto è frutto della mia mente bacata.
Perchè [quasi IT]?
Perchè le bestioline sono liberamente ispirate ai triboli. :D Da quando li ho scoperti sto cercando un modo x metterli nei miei lavori a scuola :D
Visto che un tribolo disegnato a tempera, acrilico, e olio non rende un granchè finora non li avevo mai usati, ma in "Favolistica" secondo me ci stanno bene :)))
Ditemi che ne pensate :)

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La Chiave d'Oro
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C'era una volta Jimk, un ragazzo molto povero che, per aiutare la famiglia, d'inverno andava nei boschi a raccogliere la legna.
Con la sua slitta doveva camminare a lungo nella neve prima di poter tornare a casa. Un giorno dopo aver raccolto la legna era tanto infreddolito da non essere certo di riuscire a tornare a casa. Così decise di usare un po' della legna per accendere un fuoco e scaldarsi un po'. Mentre sgombrava il terreno dalla neve, il suo sguardo fu attirato da un minuscolo oggetto luccicante. Lo raccolse e guardandolo da vicino notò che era una piccola chiave d'oro.
Pensò che lì vicino dovesse esserci anche la serratura e continuò a spalare la neve, ormai dimentico del freddo.
Dopo qualche minuto la pala urtò qualcosa di metallico: una cassettina di ferro.
Jimk ne fu felice, immaginando che dovesse contenere cose preziose. Cercò la serratura, ma non ne vide alcuna. Cominciava a perdere le speranze quando si accorse di un forellino talmente piccolo da essere quasi invisibile.
Provò la chiave: entrava perfettamente.
La girò e iniziò a sollevare il coperchio. Mentre apriva la cassetta, la sua mente era invasa da mille pensieri: curiosità, speranza, un pò di paura.
Quando vide il contenuto della cassetta rimase deluso: non conteneva oro, pietre preziose o oggetti magici, ma solo uno strano animaletto simile a una palla di pelo con due occhietti neri e brillanti.
Stava per richiudere la cassetta e lasciarla lì quando l'esserino emise un verso basso e dolce a metà tra un trillo e il tubare dei colombi.
Il ragazzo pensò che era un suono dolce e rilassante e prese la bestiolina fra le mani: era calda e lo guardava.
"Beh, non credo che una creatura tanto piccola mangerà molto e almeno mi terrà al caldo le mani" si disse e se lo mise in tasca. Arrivato a casa lo mise in una vecchia scatola, gli diede un pezzetto di pane secco e nascose la scatola sotto il letto.
Quella sera si addormentò cullato dalle fusa sommesse dell'animaletto. Al mattino le fusa gli sembrarono molto più forti: nella scatola non c'era più una sola palla di pelo, ma dieci! Jimk regalò quasi tutti gli animaletti ai suoi amici, ma il giorno dopo nella vecchia scatola c'erano altre dieci creature.
Dopo una settimana la città era stata invasa da quegli strani esseri che continuavano a riprodursi a dismisura. La gente li trovava ovunque: nei letti, nelle dispense, sotto i tavoli e addirittura nelle vasche da bagno!
Quando invasero i granai si iniziò a temere una carestia.
Il ragazzo era disperato: temeva che tutto il paese sarebbe morto di fame per colpa sua. Una notte stava piangendo a letto quando sentì il trillo del primo animaletto che aveva liberato vicinissimo alla sua testa. La palla di pelo gli saltò in braccio e lo guardò coi suoi occhietti lucenti.
Jimk sospirò.
"So che per salvare la città dovrei riportarvi tutti in mezzo alla neve e seppellirvi in una buca profonda, ma non ho cuore di uccidere degli animaletti carini e innocenti come voi... Cosa posso fare?"
L'esserino lo guardò di nuovo e saltò giù dal letto, uscì dalla finestra e si allontanò tra la neve alta. Emise un trillo fortissimo e al suo richiamo tutte le creaturine del paese lo raggiunsero. Rimasero a trillare e a tubare per tutta la notte, poi si allontanarono ognuno in una direzione diversa. Per sette giorni e sette notti gli abitanti del paese si chiesero dove fossero finiti quegli strani animaletti. In un primo tempo ne furono sollevati, ma poi iniziarono a sentire la mancanza delle loro fusa.
All'alba dell'ottavo giorno i contadini avvistarono una lunga colonna di pallette di pelo che si dirigeva verso i campi ormai devastati. Ogni animaletto portava un seme dorato e, al trillo di uno di loro, ognuno piantò il proprio seme in terra.
Immediatamente crebbero delle piante color verde pallido e ogni pianta produceva un frutto diverso. Le bestioline mangiarono i frutti, ma quando ebbero finito, le piante non rimasero spoglie ma continuarono a produrre nuovi frutti, molto più buoni di quelli normali.
Gli abitanti del paese furono molto felici di dividere di nuovo le loro case con le palline di pelo. Le donne scoprirono anche che il pelo perso dalle bestioline poteva essere filato ed era più sottile e pregiato della seta tanto che presto fu molto richiesto dai paesi vicini e pagato a peso d'oro.
Jimk visse a lungo e serenamente con il suo animaletto e fu ricordato per sempre come colui che portò fortuna e ricchezza al suo paese.